06 novembre, 2005

Burocarzia catalana

Chi vuole andare a lavorare a Barcellona,
prima o poi dovrà trovarsi di fronte l'ostacolo
della burocrazia spagnola.
Ecco una mia esperienza


Qualche giorno fa, dopo quasi un anno, mi sono imbattuto di nuovo nella burocrazia catalana vigente a Barcellona .
Il tutto è cominciato perchè ho cercato di riaprire un nuovo conto corrente bancario dato che l'altro lo avevo chiuso. Se si decide di iniziare a lavorare a Barcellona, avere un conto corrente è quasi indispensabile dato che difficilmente si ricevono i soldi in contanti.
Di buon ora , mi reco in una delle filiali di La Caixa vicino casa mia. La signorina di bell'aspetto mi accoglie con un sorrisone a 32 denti quando le dico le mie intenzioni
Ma subito c'è  un piccolisssiiiimo intopppo: c'erano 12 euro di scoperto sul mio vecchio conto che scopro non essere mai stato chiuso. L'espressione della bella tipa è cambiata di botto.Inizia a guardarmi come se di fronte avesse un terrorista della jiad. Nonostante avevo ragione, provo a scusarmi per un errore che hanno commesso loro l'anno scorso, ma lei inizia a chiedermi
  • permesso di soggiorno
  • permesso di lavoro 
  • un numero di identificazione degli STRANIERI .

Cerco di restare calmo e gentile, e le spiego che essendo italiano e quindi europeo, non ho bisogno del permesso di soggiorno e le mostro il mio numero di identificazione degli stranieri (N.I.E.) che ho ottenuto lo scorso anno.
Lei lo controlla e mi dice che non è buono, dato che è provvisorio.
A quel punto trova una scusa banale ("  mi si e bloccato il pc" ) mi invita a riapassare un altro giorno, quando le cose saranno tornate alla normalità.

Alla stazione di polizia 

Senza perdere molto tempo, vado alla stazione di polizia, che si trova sulla Barceloneta, per cercare di  chiarire questa situazione riguardo il mio NIE. Vedo da un lato una fila interminabile di persone che però dai tratti non sembrano molto europei e spero che non debba allinearmi a loro. Non certo per motivi di razzismo sia ben chiaro. Fortunatamente le mie preghiere vengono esaudite (yeah !) ed entro da un altro ingresso.Mi danno un bel distintivo con scritto Visitor e mi fanno entrare in una stanza strapiena di "disperati "
Noto subito che nella stanza regna un'aria molto pesante dato che c'è un poliziotto con la faccia da repressore di rivolte studentesche che continua a dire

"Silenzio, che se vi chiamano non si sente il nome"

Il numero di persone  provenienti da diversi paesi è molto elevato, e manco a dirlo, ci sono un casino di italiani o meglio ancora di italiane. Le classiche studentelle Erasmus con i loro risolini e moine accompagnate da  frasi del tipo
" ....ma ti rendi conto, stiamo vivendo a Barcellona !! Ancora non ci credo"

Si, si , penso io seduto sugli scalini , vedrai quando i soldi iniziano a scarseggiare, i litri di sagria iniziano a finire, se saranno tutte rose e fiori


E mentre sono immerso nei miei pensieri, dopo quasi due ore di attesa l'impiegata dell'ufficio mi chiama.
Con una grazia paragonabile a quella di un'impiegata della Poste Italiane che la notte prima non ha soddisfatto i suoi bollori  perche' il marito aveva mal di testa,mi dice in catalano che potevo andare a ritirare la mia bella tessera di residenza provvisoria il giorno 28 gennaio 2006 !
Cioè praticamente fra tre mesi.

E poi dicono l'Italia.
E poi dicono...l'Europa !!

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