30 novembre, 2010

Il nazionalismo in Catalogna

La settimana appena iniziata
si è caratterizza, in Catalunya, per
la vittoria del CIU alle elezioni di domenica
sera. I nazionalisti al potere





Mentre domenica sera tutto il mondo, o quasi, era con il fiato sospeso per sapere i contenuti dei documenti segreti digulgati da Wikileaks, a Barcellona e in tutta la Catalogna, si è votato per l'elezione del nuovo governo.
Ricordo che in Spagna siccome c'è il decentramento amministrativo, ogni comunità ( catalana, valenciana, basca, etc. ) ha un proprio Parlamento. A Barcellona questo Parlamento prende il nome di Generalitad de Catalunya, che è anche uno delle istituzioni più antiche in tema di autogerno in Europa. 
Per sette anni capo del governo catalano è stato Josè Montilla, del PSC ( partito socialista legato a Zapatero), che ha abidicato a favore di Artur Mas di Convergència Democràtica e Unió Democràtica (CUI). 
Questo cambio ha portato al potere i nazionalisti catalani che sono riusciti a racimolare i voti dell'elettorato ormai stanco e deluso dei 7 anni al governo degli uomini legati all'ala più moderata del sentimento di indipendentista e da sempre nell'orbita di Zapatero che ha potuto,così, sperimentare la sua prima grande scofitta elettorale.


Da questo si capisce anche come i catalani hanno aspettato come non mai, la partita di ieri sera al Camp Nou tra Barcellona e Real Madrid, finita con una manita ( 5- 0) a favore degli uomini di Guardiola.
Questo non è solo un derby calcistico tra rivali storici, ma assume il significato di Cataluña contro Spagna.
Devo dire che non ho ancora ben chiaro cosa i catalani intendano per nazionalismo, ne tanto meno come si traduce nella realtà dei fatti. Tutti noi italiani, credo, facciamo immediatamente l'associazione con la Lega Lombarda e i vaneggiamenti di Bossi & C. , ma vedo che qui in Catalunya e a Barcellona, si parla proprio di un sentimento molto più amplio, di un desiderio di nazione, separta dal contesto spagnolo in sè. Insomma non è solo una questione di tasse, immigrazione ed economia ; è un qualcosa che investe molto di più la cultura e il sentirsi parte di una nazione indipendente.
( per un approfondimento consiglio questo articolo sui risultati elettorali in Cataluña)

Le elezioni in Catalogna viste da un italiano 





Per quanto mi riguarda, la settimana scorsa ho potuto notare una Barcellona in piena propaganda elettorale. Però qui quest'ultima non si fa a colpi di manifesti cartacei attaccati selvaggiamente su qualsiasi muro, a qualsiasi altezza, strafregandosene del decoro urbano, A Barcellona, infatti, si utilizzano delle specie di banderuole con sopra il volto del politico e lo slogan del suo partito. Queste banderuole, vengono appese ai lampioni per strada o alle pensiline degli autobus. Una volta finite le elezioni, vengono prontamente rimosse senza che vi sia traccia dell'elezione appena conclusa. A differenza dell' Italia dove si possono ancora leggere i manifesti elettorali degli anni '90 !
Anche io, essendo residente temporaneamente in Spagna, avevo diritto al voto per le municipali: diritto che non ho usato.



Io ero orientato a dare il mio voto a Solidaritat Catalana dell' ex predidente del Barça Juan Laporta.
Mi ritrovavo nei suoi piani di governo? Ero un sostenitore della sua ideologia?
Bhe ! Diciamo che mi ha convinto grazie a questa avvenente signorina, al secolo la pornodiva catalana Maria Lapiedra, che è stata reclutata tra le file del bel Juan, per rappresentare l'orgasmo della politica
Hai tutto il mio appoggio Maria !

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