13 maggio, 2008

...e quindi

e quindi provo a rispondere ad anonimA di cui adesso si conosce almeno il sesso.
A scanso di altri equivoci, non sono io.
Come non sono io Injektilo, Nilla, Alessio etc. etc. Queste persone esistono veramente e non sono una sfaccettatura della mia personalità. Se così fosse, veramente dovrei chiedere un appuntamento con uno psichiatra. Oddio, anche ora l'idea non sarebbe male, ma per adesso ...rimandiamo!

Il mio ritorno da Barcellona si potrebbe riassumere in un'unica parola: disastro.
In qualsiasi campo.

Salute,famiglia,amore,denaro,amicizie. Praticamente l'oroscopo di quei giorni suggeriva il suicidio immediato!

Quindi quella euforia da rientro a cui tu fai riferimento non c'è stata, anzi !
Sapevo che sarebbe stata difficile ma non ..disastrosa !
Fortunamente la situazione è migliorata a partire da Marzo ma cosa dire?
Hai ragione. Chi passa del tempo fuori (ovunque) è inutile che ci giriamo intorno, cambia per sempre e io non sono stato da meno.
Ora. Vuoi da me una ulteriore spinta per tornartene a Barcellona? Mi spiace, forse non l'avrai certo da me
Non mi piace l'Italia, non mi piace più Salerno,non mi piace più lo stile di vita italiano....ma qui devo restare.
Perchè devo stare qui a Salerno?
Ora tieniti forte perchè devo iniziare a parlare di buddismo e cose serie che manterrà sicuramente inchiodato il numero di commenti a 0 dato che può risultare palloso e si sa il gossip è come la "gnagna"... tira sempre !
Uno dei più grandi maestri Zen ( Sokei Han) diceva che bisognava guardare l'uno tenendo sempre presente il tutto. Bisognava guardare il particolare tendo sempre presente l'insieme.
Io di questo sono arciconvinto. Non si possono capire le cose stando solo a vedere il particolare: bisogna considerare tutto ciò che sta intorno.
Sono sicuro che ognuno di noi ha un progetto in testa. Un qualcosa che si porta dentro da quando è nato. In molti lo chiamano "la missione della propria vita".
Anche io ne ho uno.
Di cosa si tratti non ne ho la più pallida idea !
Sò che quando ero a Barcellona , sapevo che stavo facendo qualcosa per arrivare a questa meta. O a questo sogno, chiamiamolo come ci pare. Sentivo che stavo facendo qualcosa che poi mi sarebbe servito in futuro per raggiungere quel risultato
Conferma del fatto che sono tornato a Salerno e ho trovato questo lavoro che faccio ora principalmente perchè parlo spagnolo.
Dopo quasi 3 anni, però, sentivo che mi stavo allontanando da questo progetto. Quello che mi serviva per arrivarci, lo avevo già preso. Dovevo andarmene dato che io come scopo principale della mia vita è realizzare quella cosa (di cui,ripeto, non ne ho la più pallida idea)
Da quando sono tornato a Salerno, sento di nuovo quella sensazione dei primi anni a Barcellona: sto operando, sto andando verso quella direzione.
Sto percorrendo il sentiero giusto

Riassumendo :
se vuoi sapere se mi trovo bene a Salerno, io ti rispondo NO ( il particolare)
se mi chiedi se è più utile stare a Salerno che a Barcellona, io rispondo SI ( l'insieme,il tutto)
Quindi tornando a te.
Dovresti chiederti se non ti trovi bene a Roma perchè non ti piace la città o perchè quel progetto che anche tu, ma anche tutti gli altri, ti porti dentro non ha niente a che vedere con questa città,con il lavoro che stai facendo,con il giro di persone che ti trovi a frequentare, etc. etc.

Sull'argomento ti consiglio il bellissimo libro di Carol Adrienne "Lo scopo della tua vita"

Ho cercato di riassumere con parole semplici quello che mi è successo a Barcellona e che credo mi abbia completamente cambiato la vita e che tento, tra mille affanni, di mettere in pratica.
Anche se il discorso meriterebbe un blog a parte e non è detto che questo sia l'unico post su quest'argomento.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

...che siccome ho un sonno della miseria e pinorke mi ha avvertito del nuovo post, mi sono fiondato a leggerlo e mo scrivo pure. Non che io ne capisca molto di buddismo e cose molto profonde e nemmeno di stare molto fuori, dal momento che il mio viaggio più lungo è durato non più di una decina di giorni, durante i quali ho tentato, senza riuscirci peraltro, di trovare me stesso vagando tra le radure sconfinate del tavoliere delle puglie, ma un pensierino vorrei dirlo pure io. Chiaramente non ho una percezione precisa di cosa significhi vivere fuori, non posso che confrontarmi con te o con altri che hanno provato l'esperienza, ma mi sono fatto l'idea che grossomodo un posto valga l'altro, che se sono qui, ci sarà un motivo e che se questo motivo c'è, tanto vale esplorarlo fino in fondo. I cristiani parlano di vocazione per definire il disegno che Dio, per chi ci crede, ha pensato per ogni uomo. La vocazione si matura giorno dopo giorno vivendo, cercando di essere parte attiva della vita, scegliendo e non facendosi scegliere. Fare i conti con questa impostazione non è per niente facile, tanto è vero che il mio bilancio continua ad essere in passivo, però ci provo e non mi do per vinto. In bocca al pupo (e mam, of course) a te e all'anonima perchè il sentiero intrapreso sia quello giusto.
P.S. all'anema r'a palla r'o post :-)

Giuseppe Pierri ha detto...

bravo Injektilo ! (che te lo ripeto, un nickname più facile...no ??)

anche quando ci fecero studiare Martin Lutero e il suo de servus arbitrio (siamo servi delle Sue decisioni), io da sempre ho preferito le teorie di Erasmo da Rotterdam con il suo de libero arbitrio (siamo noi che decidiamo).
Sull'argomento consiglio: Matrix Reloaded che è basato interamente su questa disputa ( e per questo lo presi come spunto del mio reloaded)
Aspettando il commento di AnonimA

Anonimo ha detto...

fatti dire che sei un poco presuntuoso ad usare quel tono cattedratico, a consigliare libri improbabili sulla comprensione della vita e film pure peggiori. e poi da come parli sembri l'unico che ha capito qualcosa,spacciando la sua presunzione sotto un velo ipocrita di falsa modestia.

Giuseppe Pierri ha detto...

Grazie per il commento.Vuol dire che nei prossimi post mi firmerò Paulo Coelho così avrò più credito

Ti faccio notare una piccola cosa:
io scrivo
tu e gli altri commentate

Capita la differenza?

Anonimo ha detto...

Si dissolvono in millemila pezzi i miei sogni di gloria. A me, che credevo di poter essere degno ospite di questo blog, dopo il tuo ultimo commento, lacrima il cuore. Tutto posso accettare, ma l'onta di essere paragonato, in quanto commentatore, ad una terry qualsiasi, mi ferisce a morte. Mesto e mogio mi ritiro a vita privata ma tornerò, ah se tornerò, più forte che pria, non prima di aver letto l'opera omnia di Paulo Cohelo (ma anche quella di Carol Adrienne) e peste lo colga a chi non farà altrettanto, anzichenò.

Giuseppe Pierri ha detto...

eh !
aspetta aspetta che mò arriva.
A parte il fatto che più che a Coelho mi dovete paragonare a Joyce ed infatti sto scrivendo la mia opera prima che al confronto l' Ulisse sarà un libro per signorinelle pallide !
Lo stesso Bianconi ha già ordinato una copia del mio primo tomo e Battiato si è offerto per scrivere la prefazione.

Anonimo ha detto...

Ciao! Sono "l'anonima"...scusa se non ti ho risposto prima, ma sono stata qualche giorno lontana dal PC e dall'ufficio- Deo Gratias-. Hai ragione, devo dire cha hai perfettamente ragione, paradossalmente sei riuscito a tradurre in parole quello che io sto provando in questo momento solo che siamo disposti in un ordine inverso. Per quanto non ti piaccia, tu a Salerno senti che stai nuotando...non sai bene in quale direzione ma senti che stai nuotando. Io invece galleggio. La differenza-la sappiamo tutti- è che per nuotare e per stare a galla si fa più o meno la stessa fatica, solo che mentre quando nuoti prima o poi ti ritrovi da qualche parte, quando galleggi sei sempre lì. Ecco io quando ero a BCN sentivo di nuotare, tu esattamente l'opposo, senti di nuotare qui in Italia. Ma ben venga questa sensazione, puoi stare pure in the middle of nowhere ma se questo ti da la sensazione di essere vivo benvenga!Come puoi stare anche nel posto più figo del mondo e sentirti un galleggiante...ma secondo te, e visto che siamo in tema di discorsi profondi, esiste un motivo per cui ad un certo punto uno smette di nuotare ed inizia a galleggiare? Cioè voglio dire, visto che l'hai passato a BCN, dipende solo da noi, dipende da quello che ci circorda, dipende dalla dissonanza tra le nostre aspettative e la realtà? Io ancora non l'ho capito, se tu sei riuscito a metterlo a fuoco magari mi dai una dritta! Ora senza ammorbarti troppo (potrei andare avanti per ore con le mie disquisizioni filosofiche esistenziali e su questo blog ci sei già tu quindi mi autocensuro) ti volevo solo segnalare che qualche giorno fa hanno fatto in TV un programma su John Titor, spero tu l'abbia visto. Ti saluto e....bravo! LANONIMA mi firmo così, soci mi riconosci ;-)

potresti essere interessato anche a...